" SQL: "Il Linguaggio delle Basi di Dati" "
1.Il linguaggio SQL
SQL è il linguaggio di definizione e manipolazione dei dati universalmente usato nelle basi di dati relazionali. Esso ha le seguenti funzioni: - definizione dei dati: SQL permette di definire, in modo integrato, i tre livelli della base di dati: - il livello esterno (viste) - il livello logico (struttura delle tabelle e vincoli di integrità) - il livello fisico (memoriazzazione delle tabelle e indici) della base di dati; - aggiornamento dei dati: SQL permette di aggiornare l'istanza della base mediante inserimenti, cancellazioni e modifiche nella base di dati; - interrogazione sui dati: SQL consente di estrarre informazioni presente nella base di dati. Queste tre componenti del linguaggio, sono in realtà interconnesse: la definizione e l'aggiornamento dei dati possono far uso delle interrogazioni sui dati. La definizione dei dati precede l'aggiornamento che precede l'interrogazione. date le dipendenze citate, è conveniente descrivere queste componenti in ordine inverso, cioè 1.INTERROGAZIONE, 2.AGGIORNAMENTO, 3.DEFINIZIONE DEI DATI SQL è l'acronimo di "Structured Query Language". Esistono tre versioni di SQL: - SQL-1. Questa versione è composta da SQL-86 (1986 è l'anno di emanazione) e SQL-89; - SQL-2. Questa versione è anche nota come SQL-92; - SQL-3. Anche questa versione è suddivisa in due sotto-versioni: SQL:1999 e SQL:2003. E' importante notare il comportamento dei sistemi commerciali a fronte di questi standard. Le funzionalità di base sono state implementate da quasi tutti i DBMS commerciali secondo lo standard. In particolare, SQL-3 è ben lontano da essere comunemente adottato, mentre SQL-2 è sostanzialmente stato implementato dai produttori del settore. Inoltre, alcuni DBMS hanno introdotto costrutti non presenti negli standard. Il risultato è che ogni DBMS ha un proprio dialetto di SQL ma che comunque condivide con lo standard le parti di base. Perciò cercheremo di prendere in esame, quella parte dello standard SQL comunemente implementata.

2.Interrogazione della base di dati

SQL è un linguaggio di definizione e di manipolazione dei dati. In quanto linguaggio di manipolazione, SQL permette di selezionare dati di interesse dalla base e di aggiornarne il contenuto. In questa sezione vedremo la parte più interessante e usata del linguaggio SQL, vale a dire le interrogazioni per selezionare i dati. Tali interrogazioni sono usate sia nei costrutti SQL di definizione dei dati che in quelli di aggiornamento della base di dati. E' bene quindi iniziare lo studio di SQL dalle interrogazioni di selezione di dati.

SQL è un linguaggio dichiarativo: esso permette di specificare cosa cercare senza dire come. Quando una interrogazione (query) viene eseguita dall'elaboratore di interrogazioni (query processor), essa viene tradotta in un linguaggio procedurale interno al sistema il quale permette di specificare come accedere ai dati. Esistono in generale più possibili traduzioni di una interrogazione SQL nel linguaggio procedurale. Il compito dell'ottimizzatore delle interrogazioni (query optimizer) è scegliere il piano di esecuzione più efficiente.

E' quindi bene che l'utente si concentri sull'obiettivo della propria ricerca, cercando di scrivere interrogazioni leggibili e modificabili, delegando tutti gli aspetti procedurali e di efficienza al DBMS. Il vantaggio di poter scrivere interrogazioni ad alto livello (pensando allo schema logico e non alla sua realizzazione fisica) è una conseguenza dell'indipendenza fisica dei dati dei DBMS relazionali.

Una interrogazione SQL viene eseguita su una base di dati, quindi su un insieme di tabelle collegate tra loro mediante il meccanismo delle chiavi esterne. Il risultato di una interrogazione è una tabella. E' bene chiarire subito che esistono due differenze importanti tra relazioni del modello relazionale e tabelle SQL. Una tabella SQL può contenere righe duplicate e colonne omonime. Le colonne vengono identificate univocamente dalla loro posizione. Questo è vero per le tabelle risultato dalle interrogazioni (vedremo degli esempi). Le tabelle di base, cioè quelle che fanno parte della base di dati, non possono avere colonne omonime. Inoltre, se esiste una chiave per la tabella di base (questa è la norma), non possono esistere righe duplicate nella tabella. Dunque tabelle di base dotate di una chiave corrispondono a relazioni del modello relazionale. Come vedremo, esiste un modo per far si che una tabella non contenga duplicati. La presenza di duplicati nelle tabelle risultato è motivata come segue:

  • in certe occasioni rimuovere le righe duplicare corrisponde ad una perdita di informazione. Si pensi ad esempio ad una tabella che contiene una sola colonna con dei dati numerici. Supponiamo di voler calcolare la media sui dati di questa colonna. L'eliminazione dei duplicati falserebbe il risultato;
  • l'eliminazione dei duplicati dal risultato è in generale una operazione costosa (un modo per implementarla consiste nell'ordinare le righe e poi eliminare i duplicati).

Introdurremo SQL by example, cioè mostrando esempi sempre più ricchi e complessi di interrogazione.

Interrogazioni di base

Consideriamo la seguente tabella teatro:

teatro
nomecittàemail
CSSUdinecss@gmail.com
LittaMilanolitta@gmail.com
PiccoloMilanopiccolo@gmail.com
EliseoRomaeliseo@gmail.com

L'interrogazione più semplice che si possa scrivere è la seguente:

select *
from teatro   

Il risultato è l'intera tabella teatro. La prima riga dell'interrogazione è detta clausola select e serve per selezionare le colonne della tabella che ci interessano. L'operatore * permette di selezionare tutte le colonne. La seconda riga dell'interrogazione è detta clausola from e serve per indicare quali tabelle usare. La clausola select e quella from sono obbligatorie in una interrogazione.

Se siamo interessati solo al nome e all'email dei teatri, possiamo selezionarli in questo modo:

select nome, email
from teatro   

Il risultato è la seguente tabella:

nomeemail
CSScss@gmail.com
Littalitta@gmail.com
Piccolopiccolo@gmail.com
Eliseoeliseo@gmail.com

Per chiarire la differenza tra relazione del modello realzionale e tabella SQL, vediamo una semplice interrogazione che genera una tabella con due colonne con lo stesso nome:

select nome, nome
from teatro   

Il risultato è la seguente tabella:

nomenome
CSSCSS
LittaLitta
PiccoloPiccolo
EliseoEliseo

Inoltre, mostriamo una semplice interrogazione che genera una tabella con due righe uguali:

select città
from teatro   

Il risultato è la seguente tabella:

città
Udine
Milano
Milano
Roma

E' possibile specificare la parola chiave distinct dopo la parola chiave select per eliminare i duplicati.

Introduciamo ora la clausola where:

select nome
from teatro
where città = 'Milano'   

Il risultato è la seguente tabella:

nome
Litta
Piccolo

La clausola where definisce un predicato sui valori degli attributi delle tabelle selezionate. Le righe che soddisfano il predicato, cioè per le quali in predicato è vero, vengono inserite nella tabella risultato.

Un predicato è formato combinando predicati atomici con gli operatori Booleani and, or e not. Il not ha precedenza sugli altri due operatori ma non è stata definita una precedenza tra or e and. Un predicato atomico è ottenuto confrontando due espressioni sui valori degli attributi mediante i seguenti operatori di confronto: =, <>, <, >, <=, >=. Esempi di espressioni sono un attributo e una costante. Le costanti di tipo stringa, tempo e data si scrivono tra apici, come nell'esempio di sopra. Non servono gli apici per i numeri. Inoltre, l'operatore like permette un confronto con stringhe che contengono i valori speciali _ (un carattere qualsiasi) e % (una sequenza arbitraria, eventualmente vuota, di caratteri). E' possibile confrontare il valore di un'espressione con il valore nullo con i predicati is null e is not null.

Facciamo qualche esempio sulla seguente tabella:

dipendente
cfnomecognomed.Nascitastip.
ELSDLL72ElisaD'Allarche72-04-292500
FRNDPP76FernandaD'Ippoliti76-03-112100
MRCDLL70MarcoDall'Aglio70-01-092700

Di seguito scriveremo prima la query in linguaggio naturale, poi la sua traduzione in SQL e infine il suo risultato.

Il nome, il cognome e lo stipendio dei dipendenti con uno stipendio di almeno 2500 Euro.

select nome, cognome, stipendio
from dipendenti
where stipendio >= 2500   
nomecognomestipendio
ElisaD'Allarche2500
MarcoDall'Aglio2700

Il nome e il cognome dei dipendenti nati dopo il 1975.

select nome, cognome
from dipendenti
where dataDiNascita > '1975-12-31'   
nomecognome
FernandaD'Ippoliti

Il nome e il cognome dei dipendenti con il nome che finisce con la lettera 'a' e con uno stipendio di almeno 2500 Euro.

select nome, cognome 
from dipendente 
where (stipendio >= 2500) and (nome like '%a')
nomecognome
ElisaD'Allarche

Il codice fiscale e lo stipendio annuale di Elisa D'Allarche.

select cf as codiceFiscale, stipendio * 12 as stipendioAnnuale
from dipendente
where nome = 'Elisa' and cognome = 'D\'Allarche'   
codiceFiscalestipendioAnnuale
ELSDLL7230000

Alcune osservazioni sull'ultima query: nelle espressioni possiamo usare le 4 operazioni *, /, +, -. Possiamo inoltre rinominare le colonne. Infine occorre far precedere il carattere apice (') da una barra (\) all'interno delle stringhe come in 'D\'Allarche'.

A partire da SQL-2, la logica dei predicati in SQL è a tre valori: vero (V), falso (F) e sconosciuto (unknown, indicato con U). Le regole per usare i tre valori di verità sono le seguenti:

  • ogni confronto in cui almeno una componente ha valore sconosciuto ha come risultato il valore sconosciuto. Fanno eccezione i predicati is null e is not null, il cui valore è sempre o vero o falso, anche se il valore di confronto è sconosciuto;
  • gli operabori Booleani vengono estesi al valore U nel seguente modo:

    not U = U

    V and U = U, F and U = F, U and U = U

    V or U = V, F or U = U, U or U = U

    In sostanza, not A è vero se e solo se A è falso, A and B è vero se e solo se entrambi A e B sono veri e A or B è vero se e solo almeno uno tra A e B è vero;
  • una tupla soddisfa un predicato se il valore del predicato per quella tupla è vero.

Ad esempio, la query:

select *
from dipendente 
where (età >= 30)

seleziona i dipendenti la cui età è nota (non nulla) e il suo valore è maggiore o uguale a 30. Inoltre:

select *
from dipendente 
where (età < 30) or (età >= 30)

seleziona i dipendenti la cui età è nota, qualsiasi sia in suo valore. Si noti che il risultato non contiene tutti i dipendenti, ma, giustamente, vengono esclusi quelli che hanno valore sconosciuto per l'attributo età. In realtà questo risultato sembra contrario all'intuizione, in quanto noi sappiamo che ogni persona ha un'età e qualsiasi valore abbia è sicuramente un valore che soddisfa il predicato dato. L'intuizione è però fuorviante in tal caso in quanto assume che l'attributo età abbia un valore, anche se sconosciuto. Invece, il valore nullo per un attributo significa che: (i) il valore dell'attributo non esiste, oppure (ii) il valore dell'attributo esiste ma non è noto, oppure (iii) non è noto se il valore dell'attributo esista. L'interprete SQL non assume nessuno di questi tre casi. Per capire meglio, consideriamo la stessa query riferita all'attributo opzionale email:

select *
from dipendente 
where (email like '%@gmail.com') or not (email like '%@gmail.com')

Un impiegato senza indirizzo di posta elettronica viene giustamente escluso dal risultato, in quanto è falso che il suo indirizzo appartiene al dominio gmail.com ed è falso pure che il suo indirizzo non appartiene a tale dominio. Semplicemente, il suo indirizzo non esiste.

Interrogazioni di congiunzione (join)

Finora abbiamo visto interrogazioni su una singola tabella. Nel modello relazionale, ogni concetto indipendente viene rappresentato con una tabella e le corrispondenze tra i dati in tabelle diverse vengono realizzate mediante il confronto tra i valori degli attributi (generalmente tra una chiave esterna e una chiave primaria). In particolare, le interrogazioni di congiunzione (più comunemente note con l'espressione inglese join) sfruttano il modello di corrispondenza basato su valori, tipico del modello relazionale, per recuperare dati correlati ma distribuiti in più di una tabella. Si considerino le seguenti tre tabelle:

teatro
nomecittàemail
CSSUdinecss@gmail.com
LittaMilanolitta@gmail.com
EliseoRomaeliseo@gmail.com


dipendente
cfnomecognomed.Nascitastip.
ELSDLL72ElisaD'Allarche29/04/722500
FRNDPP76FernandaD'Ippoliti11/03/762100
MRCDLL70MarcoDall'Aglio09/01/702700


lavoro
teatrodipendenteruolo
CSSELSDLL72relazioni
LittaFRNDPP76finanza
EliseoFRNDPP76controllo
EliseoMRCDLL70direzione

Supponiamo di voler recuperare il nome e cognome di tutti i dipendenti del teatro CSS. Queste informazioni sono distribuite in due tabelle: dipendente e lavoro. Occorre dunque congiungere queste due tabelle mediante la chiave esterna dipendente della tabella lavoro:

select nome, cognome
from lavoro, dipendente
where (teatro = 'CSS') and (dipendente = cf)

Per aumentare la leggibilità, possiamo riscrivere la query facendo precedere ad ogni attributo il nome della corrispondente tabella:

select dipendente.nome, dipendente.cognome
from lavoro, dipendente
where (lavoro.teatro = 'CSS') and (lavoro.dipendente = dipendente.cf)

Similmente, possiamo recuperare tutte le città in cui lavora il dipendente identificato dal codice FRNDPP76 nel seguente modo:

select teatro.città
from lavoro, teatro
where (lavoro.dipendente = 'FRNDPP76') and (lavoro.teatro = teatro.nome)

L'aspetto procedurale di interrogazioni che coinvolgono più tabelle è utile per meglio capirne il significato. Consideriamo l'ultimo join tra lavoro e teatro. L'esecuzione procede in questo modo: la tabella prodotto cartesiano delle tabelle lavoro e teatro viene calcolata. Tale tabella contiene righe formate giustapponendo ogni riga di lavoro ad ogni riga di teatro:

lavoro x teatro
teatrodipenden.ruolonomecittàemail
CSSELSDLL72relazioni CSSUdinecss@
CSSELSDLL72relazioni LittaMilanolitta@
CSSELSDLL72relazioni EliseoRomaeliseo@
LittaFRNDPP76finanza CSSUdinecss@
LittaFRNDPP76finanza LittaMilanolitta@
LittaFRNDPP76finanza EliseoRomaeliseo@
EliseoFRNDPP76controllo CSSUdinecss@
EliseoFRNDPP76controllo LittaMilanolitta@
EliseoFRNDPP76controllo EliseoRomaeliseo@
EliseoMRCDLL70direzione CSSUdinecss@
EliseoMRCDLL70direzione LittaMilanolitta@
EliseoMRCDLL70direzione EliseoRomaeliseo@

Ad ogni riga della tabella prodotto viene applicato il predicato della clausola where e le righe che lo soddisfano vengono selezionate. In particolare la condizione di join lavoro.teatro = teatro.nome permette di associare righe di lavoro a corrispondenti righe di teatro. Tali righe sono colorate in blu nella tabella di sopra. Di queste, solo le righe con lavoro.dipendente = 'FRNDPP76' vengono trattenute:

teatrodipenden.ruolonomecittàemail
LittaFRNDPP76finanza LittaMilanolitta@
EliseoFRNDPP76controllo EliseoRomaeliseo@

Infine viene proiettata solo la colonna città specificata nella clausola select:

città
Milano
Roma

Una visione operazionale alternativa del join è la seguente. Supponiamo di dover fare un join tra due tabelle R e S con condizione di join theta. Se dovessimo programmare questa operazione, dovremmo scrivere due cicli for annidati. Il ciclo esterno scandisce le righe di R. Per ogni riga r di R, il ciclo interno scandisce le righe s di S e verifica se la riga congiunta rs soddisfa theta. In tal caso la riga viene selezionata.

E' possibile fare il join di più di due tabelle. Supponiamo di voler selezionare il nome, il cognome e la città di lavoro di ogni dipendente. Queste informazioni sono sparse su due tabelle (dipedente e teatro) che devono essere collegate attraverso una terza tabella, lavoro. Dunque tre tabelle sono coinvolte nel join:

select dipendente.nome, dipendente.cognome, teatro.città
from lavoro, dipendente, teatro
where (lavoro.dipendente = dipendente.cf) and (lavoro.teatro = teatro.nome)

Il risultato è la seguente tabella:

nomecognomecittà
ElisaD'AllarcheUdine
FernandaD'IppolitiRoma
FernandaD'IppolitiMilano
MarcoDall'AglioRoma

Abbiamo visto che tecnica di denominazione degli attributi facendoli precedere la nome della tabella è utile per aumentare la leggibilità dell'interrogazione. Inoltre, questa tecnica è indispensabile per individuare un attributo senza ambiguità se vi sono attributi con lo stesso nome in tabelle diverse. Si noti che l'ambiguità rimane se le tabelle hanno lo stesso nome, cioè sono istanze diverse della stessa tabella. E' infatti possibile concatenare nella clausola from più istanze della stessa tabella. Per eliminare l'ambiguità in questo caso è possibile rinominare le istanze della stessa tabella con il costrutto as.

Vediamo un esempio. Supponiamo di aggiungere alla tabella dipendente un attributo capo che contenga il codice fiscale del capo del dipendente. In particolare, capo è una chiave esterna e si riferisce alla chiave primaria cf della tabella dipendente stessa. Supponiamo che un dipendente possa avere o meno un capo e che un capo possa dirigere zero o più dipendenti:

dipendente
cfnomecognomecapo
ELSDLL72ElisaD'AllarcheNULL
FRNDPP76FernandaD'IppolitiELSDLL72
MRCDLL70MarcoDall'AglioELSDLL72

Cerchiamo il nome e cognome dei capi di tutti i dipendenti:

select d1.nome, d1.cognome, d2.nome as nomeCapo, d2.cognome as cognomeCapo  
from dipendente as d1, dipendente as d2
where d1.capo = d2.cf

Abbiamo usato la parola chiave as, che può essere omessa, per rinominare sia gli attributi che le tabelle. Il risultato del join è il seguente:

dipendente
cfnomecognomecapo
ELSDLL72ElisaD'AllarcheNULL
FRNDPP76FernandaD'IppolitiELSDLL72
MRCDLL70MarcoDall'AglioELSDLL72

Il risultato dell'interrogazione è il seguente:

nomecognomenomeCapocognomeCapo
FernandaD'IppolitiElisaD'Allarche
MarcoDall'AglioElisaD'Allarche

In SQL-2 è stata definita una sintassi particolare per i join e sono stati distinti 4 diversi tipi di join. La sintassi del join è la seguente:

select d1.nome, d1.cognome, d2.nome as nomeCapo, d2.cognome as cognomeCapo  
from dipendente d1 join dipendente d2 on d1.capo = d2.cf

La tabella risultato dell'operazione di join è detta tabella congiunta (joined table). Le tabelle argomento dell'operazione di join possono essere lore stesse tabelle congiunte. Ad esempio, il seguente join recupera i dipendenti con stipendio inferiore a 1000 e i capi dei loro capi:

select d1.nome, d1.cognome, d3.nome as nomeSuperCapo, d3.cognome as 
cognomeSuperCapo 
from (dipendente d1 join dipendente d2 on d1.capo = d2.cf) 
      join dipendente d3 on d2.capo = d3.cf
where d1.stipendio < 1000      

Un vantaggio di questa sintassi è che la condizione di join viene isolata dalle altre condizioni di selezione delle righe, che possono essere aggiunte mediante la clausola where. Precisamente, una condizione di join tra due tabelle R e S è una congiunzione (secondo l'operatore Booleano and) di condizioni atomiche di tipo A theta B, dove A è un attributo di R, B è un attributo di S, e theta è un operatore di confronto. Di solito, ma non necessariamente, A è una chiave primaria, B è una chiave esterna riferita ad A e theta è l'operatore di uguaglianza.

Un secondo vantaggio di questa sintassi per il join è che ci permette di distinguere diverse forme di join. Si noti che nell'ultima interrogazione fatta Elisa non viene selezionato nel risultato come dipendente. Questo perchè ella non ha un capo e dunque la sua riga nell'istanza d1 di dipendente non incontra nessuna riga nell'istanza d2 di dipendente che verifichi la condizione di join d1.capo = d2.cf e dunque non viene inserita nel risultato. Questa situazione è spiacevole perchè non ci informa che Elisa non ha capi. E' possibile risolvere questo problema usando un left join:

select d1.nome, d1.cognome, d2.nome as nomeCapo, d2.cognome as cognomeCapo  
from dipendente d1 left join dipendente d2 on d1.capo = d2.cf

che produce il seguente risultato:

nomecognomenomeCapocognomeCapo
ElisaD'AllarcheNULLNULL
FernandaD'IppolitiElisaD'Allarche
MarcoDall'AglioElisaD'Allarche

Similmente, i dipendenti che non sono a capo di alcun dipendente (Fernanda e Marco) non fanno parte del risultato come capi. E' possibile risolvere questo problema usando un right join:

select d1.nome, d1.cognome, d2.nome as nomeCapo, d2.cognome as cognomeCapo  
from dipendente d1 right join dipendente d2 on d1.capo = d2.cf
nomecognomenomeCapocognomeCapo
FernandaD'IppolitiElisaD'Allarche
MarcoDall'AglioElisaD'Allarche
NULLNULLFernandaD'Ippoliti
NULLNULLMarcoDall'Aglio

Si noti che lo stesso risultato si avrebbe con il seguente left join a tabelle invertite:

select d1.nome, d1.cognome, d2.nome as nomeCapo, d2.cognome as cognomeCapo  
from dipendente d2 left join dipendente d1 on d1.capo = d2.cf

Un full join unisce un left join e un right join:

select d1.nome, d1.cognome, d2.nome as nomeCapo, d2.cognome as cognomeCapo  
from dipendente d1 full join dipendente d2 on d1.capo = d2.cf
nomecognomenomeCapocognomeCapo
ElisaD'AllarcheNULLNULL
FernandaD'IppolitiElisaD'Allarche
MarcoDall'AglioElisaD'Allarche
NULLNULLFernandaD'Ippoliti
NULLNULLMarcoDall'Aglio

Ordinamento delle tuple

Una tabella contiene tuple non ordinate. E' possibile ordinare le tuple secondo determinati criterio con il costrutto order by. Ad esempio, la seguente interrogazione ordina le tuple della tabella dipendente in ordine crescente per nome e cognome, e in ordine decrescente per stipendio:

select * 
from dipendente
order by nome, cognome, stipendio desc

Le tuple vengono ordinate in ordine crescente secondo i valori dell'attributo nome. Due dipendenti con lo stesso nome vengono ordinati secondo il loro cognome in senso crescente. Infine due dipendenti con lo stesso nome e cognome vengono ordinati secondo lo stipendio in ordine discendente.

Operatori aggregati

Un operatore aggregato è una funzione che si applica ad un insieme di tuple di una tabella e ha come risultato un valore atomico. Lo standard SQL prevede i seguenti operatori aggregati:

count
Questo operatore serve per contare le tuple di una tabella. Può essere usato nei seguenti tre modi:
select count(*)
from dipendente
Il risultato è il numero di tuple della tabella dipendente.
select count(all nome)
from dipendente
Il risultato è il numero di valori non nulli dell'attributo nome della tabella dipendente. La parola chiave all può essere omessa ottenendo lo stesso risutato.
select count(distinct nome)
from dipendente
Il risultato è il numero di valori distinti e non nulli dell'attributo nome della tabella dipendente.
min e max
Restituiscono rispettivamente il minimo e il massimo di una espressione valutata sulle tuple di una tabella. L'espressione deve restituire valori su cui è definito un ordinamento (numeri, stringhe, istanti temporali). Ad esempio, la seguente interrogazione restituisce lo stipendio massimo di un dipendente:
select max(stipendio)
from dipendente
La seguente interrogazione restituisce la data di nascita più remota di un dipendente:
select min(dataDiNascita)
from dipendente
sum e avg
Restituiscono rispettivamente la somma e la media di una espressione valutata sulle tuple di una tabella. L'espressione deve restituire valori su cui è definita la somma (numeri). Ad esempio, la seguente interrogazione restituisce la somma degli stipendi dei dipendenti:
select sum(stipendio)
from dipendente
Le seguenti due interrogazioni restituiscono entrambe la media degli stipendi dei dipendenti:
select avg(stipendio)
from dipendente
select sum(stipendio)/count(stipendio)
from dipendente
E' possibile usare la parole chiave distinct per rimuovere i valori duplicati dal conteggio effettuato dagli operatori sum e avg.

Si noti che non è possibile mescolare nella clausola select espressioni aggregate, cioè espressioni che restituiscono un valore per un insieme di tuple, e espressioni di tupla, cioè espressioni che restituiscono un valore per ogni singola tuple. Dunque la sequente query è scorretta:

select nome, max(stipendio)
from dipendente

Raggruppamenti

Gli esempi di operatori aggregati visti fin ora operano sull'insieme di tutte le righe di una tabella. La clausola group by permette di partizionare le righe di una tabella in sottoinsiemi e applicare gli operatori aggregati ai singoli sottoinsiemi. Tale clausola ha come argomento un insieme di attributi e raggruppa le righe che posseggono lo stesso valore per gli attributi dell'insieme argomento. Nella clausola select posso usare operatori aggregati e attributi ma quest'ultimi devono essere inclusi nella clausola group by. Si consideri la seguente tabella lavoro:

lavoro
teatrodipendenteruolo
CSSELSDLL72finanza
CSSABCDEF74direzione
LittaFRNDPP76finanza
LittaGHILMN77finanza
EliseoFRNDPP76controllo
EliseoMRCDLL70direzione

Supponiamo di voler calcolare il numero di dipendenti per ogni ruolo. Possiamo scrivere la seguente interrogazione:

select ruolo, count(*) as numero
from lavoro
group by ruolo

La query raggruppa le tuple di lavoro secondo i valori dell'attributo ruolo. Vengono creati tre insiemi corrispondenti ai valori di finanza (3 righe), direzione (2 righe) e controllo (1 riga). Su ogni insieme viene selezionato il valore di ruolo e il numero di righe mediante l'operatore aggretato count. Si noti che, per ogni sottoinsieme identificato, esiste un unico valore di ruolo, che quindi può essere resituito. Non è così per gli attributi teatro e dipendente, che non possono essere usati nella clausola select in questo caso. Il risultato è la seguente tabella:

ruolonumero
finanza3
direzione2
controllo1

Se vogliamo calcolare il numero di dipendenti per ogni ruolo del teatro CSS possiamo scrivere la seguente interrogazione:

select ruolo, count(*) as numero
from lavoro
where teatro = 'CSS'
group by ruolo
ruolonumero
finanza1
direzione1

Si noti che la tabella su cui opera la clausola group by può essere il risultato di una query, ad esempio una tabella risultato di un join come nel seguente esempio:

select ruolo, count(*), sum(stipendio)
from lavoro, dipendente
where lavoro.dipendente = dipendente.cf
group by ruolo

Se vogliamo selezionare solo i gruppi che soddisfano un certo predicato possiamo usare la clausola having. Un predicato sui gruppi può usare operatori aggregati e attributi della clausola che compaiono in group by. Ad esempio, se vogliamo calcolare il numero di dipendenti per ogni ruolo selezionando solo i gruppi di almeno due dipendenti possiamo scrivere nel seguente modo:

select ruolo, count(*) as numero
from lavoro
group by ruolo
having count(*) >= 2

Si badi bene alla differenza tra le clausole where e having: la clausola where contiene predicati di tupla e serve per filtrare le tuple delle tabelle, la clausola having contiene predicati di gruppo e serve per filtrare i gruppi ottenuti mediante la clausola group by. Concettualmente, prima si applica il filtro where e poi quello having.

Le clausole select, from, where, group by, having, order by debbono essere usate in quest'ordine e sono tutte le clausole che si possono usare in SQL. Solo le clausole select e from sono obbligatorie. La clausola having prevede l'uso di group by. Come esempio riepilogativo selezioniamo il numero di dipendenti per ogni ruolo del teatro CSS per gruppi maggiori di 1 ordinando il risultato per ruolo:

select ruolo, count(*) as numero
from lavoro
where teatro = 'CSS'
group by ruolo
having count(*) > 1
order by ruolo

Concettualmente la query viene eseguita nel seguente modo:

  1. vengono selezionate le righe della tabella lavoro (from);
  2. vengono filtrate le righe che corrispondono al teatro CSS (where);
  3. le righe vengono suddivise in gruppi che hanno lo stesso valore di ruolo (group by);
  4. vengono filtrati i gruppi di cardinalità maggiore di 1 (having);
  5. i gruppi risultati vengono ordinati lessicograficamente secondo il valore di ruolo (order by);
  6. per ogni gruppo viene selezionato il valore di ruolo e calcolato il numero di righe (select);

Si noti che la clausola select viene scritta per prima ma concettualmente eseguita per ultima. Inoltre, non è detto che la sequenza concettuale descritta corrisponda alla sequenza operazionale implementata dal DBMS il quale, per ragioni di efficienza, può eseguire la query in un ordine differente.

Operatori insiemistici

SQL permette di fare l'unione (union), l'intersezione (intersect) e la differenza (except) tra insiemi di righe di tabelle. Questi operatori richiedono che gli schemi su cui operano abbiano lo stesso numero di attributi e che i loro domini siano compatibili. Per default, questi operatori eliminano i duplicati dal risultato, restituendo quindi un insieme nel senso matematico del termine. E' possibile recuperare i duplicati facendo seguire la parola chiave all al nome dell'operatore. Vediamo alcuni esempi sulle seguenti tabelle:

attore
nomedataDiNascitaluogoDiNascita
Elisa Bottega1972-04-29Treviso
Lorenzo Vignando1970-05-29Venezia
Barbara Altissimo1982-03-01Torino


autore
nomedataDiNascitaluogoDiNascita
Vittorio Cortellessa1969-11-29Napoli
Lorenzo Vignando1970-05-29Venezia
Antinisca Di Marco1972-08-01L'Aquila

Selezioniamo tutte le persone che sono attori oppure autori:

select nome
from attore
   union
select nome
from autore
nome
Elisa Bottega
Lorenzo Vignando
Barbara Altissimo
Vittorio Cortellessa
Antinisca Di Marco

Si noti che l'autore e attore Lorenzo Vignando compare solo una volta nel risultato.

Selezioniamo tutte le persone che sono attori e autori:

select nome
from attore
   intersect
select nome
from autore
nome
Lorenzo Vignando

Selezioniamo tutte le persone che sono attori ma non sono autori:

select nome
from attore
   except
select nome
from autore
nome
Elisa Bottega
Barbara Altissimo

Interrogazioni nidificate

Una interrogazione nidificata è una interrogazione che contiene un'altra interrogazione. SQL non pone limiti al livello di annidamento ma solitamente più di due annidamenti rendono incomprensibile una query ad un umano (una macchina, invece, non ha problemi di comprensione in questo caso).

E' possibile nidificare una interrogazione nella clausola where (vedremo un'altra forma di annidamento parlando delle viste). In particolare una espressione può essere confrontata mediante gli usuali operatori di confronto con una interrogazione. L'operatore di confronto è seguito dalla parola chiave any oppure all. Nel primo caso, il predicato è vero se ha successo il confronto (secondo l'operatore usato) tra il valore dell'espressione e almeno uno tra i valori risultato della query. Nel secondo caso, il predicato è vero se ha successo il confronto (secondo l'operatore usato) tra il valore dell'espressione e tutti i valori risultato della query. L'espressione e il risultato dell'interrogazione devono essere compatibili, cioè avere lo stesso numero di attributi e gli attributi devono evere domini compatibili.

Vediamo alcuni esempi. Consideriamo le tabelle attore a autore usate nelle interrogazioni insiemistiche. La seguente interrogazione seleziona tutti gli attori che sono anche autori. Si noti che abbiamo già scritto la stessa query usando l'operatore intersect:

select nome
from attore
where nome = any (select nome
                  from autore)

Si noti che la query interna è scritta tra parentesi tonde. La seguente interrogazione seleziona tutti gli attori che non sono autori. Si noti che abbiamo già scritto la stessa query usando l'operatore except:

select nome
from attore
where nome <> all (select nome
                   from autore)

Selezionare tutti gli attori o autori è invece possibile solo usando l'operatore union. Le combinazioni = any e <> all sono molto frequenti e hanno un nome: nel primo caso posso usare la parola chiave in e nel secondo not in. Ad esempio:

select nome
from attore
where nome not in (select nome
                   from autore)

Se il nome e il cognome di un attore fosse stato specificanto usando due attributi invece che uno soltato, avremmo potuto usare il costruttore di tupla (nome, cognome) in questo modo:

select nome, cognome
from attore
where (nome, cognome) not in (select nome, cognome
                              from autore)

Il nome del dipendente con lo stipendio massimo può essere estratto nei seguenti due modi:

select nome, stipendio
from dipendente
where stipendio >= all (select stipendio
                        from dipendente)
select nome, stipendio
from dipendente
where stipendio = (select max(stipendio)
                   from dipendente)

Si noti che nel secondo caso la parola chiave all o any può essere omessa in quanto la query interna restituisce un solo elemento.

L'interrogazione interna può essere sostituita con un insieme esplicito. L'interrogazione seguente recupera tutti i nomi dei dipendenti in un certo insieme esplicito:

select nome
from dipendente
where nome in ("Elisa Bottega", "Lorenzo Vignando", "Barbara Altissimo")

Le interrogazioni nidificate viste fin ora possono essere risolte indipendentemente dall'interrogazione che le contiene. Ad esempio, nell'ultima interrogazione scritta, è possibile prima di tutto risolvere la query interna, cioè calcolare il massimo stipendio, e poi elaborare la query esterna confrontando il massimo stipendio con il valore dello stipendio di ogni dipendente. Questa soluzione è più efficiente rispetto a quella che valuta la query interna per ogni tupla della query esterna. Questa soluzione non può però sempre essere seguita. Consideriamo una interrogazione che restituisce gli attori per i quali esiste un altro attore con la medesima data di nascita. Osserviamo innanzitutto che è possibile risolvere l'interrogazione con il seguente join:

select distinct A1.nome
from attore A1 join attore A2 on 
(A1.dataDiNascita = A2.dataDiNascita) and
(A1.nome <> A2.nome)

Vediamo ora una soluzione che usa una query nidificata e l'operatore exists. Questo operatore ha come argomento una query interna e restituisce vero se e soltanto se il risultato della query argomento contiene qualche elemento:

select A1.nome
from attore A1
where exists (select A2.nome 
              from attore A2
              where (A1.dataDiNascita = A2.dataDiNascita) and
                    (A1.nome <> A2.nome))

Questo tipo di query si dicono query nidificate con passaggio di variabili. In particolare, la variabile A1, creata nella query esterna per la prima istanza della tabella attore, viene passata alla query interna che ne fa uso. In tal caso la query interna non può essere valutata indipendentemente da quella esterna in quanto si serve di variabili definite a livello di query esterna. Dunque l'unico modo di risolvere questa query consiste nel valutare la query interna per ogni tupla della query esterna. La visibilità delle variabili in SQL segue la seguente semplice regola: una variabile è visibile nella query che l'ha definita o in una query nidificata in essa (ad un qualsiasi livello).

Vediamo un esempio che usa la negazione dell'operatore exists: gli attori per i quali non esiste un altro attore con la medesima data di nascita:

select A1.nome
from attore A1
where not exists (select A2.nome 
                  from attore A2
                  where (A1.dataDiNascita = A2.dataDiNascita) and
                        (A1.nome <> A2.nome))

Una formulazione che non usa le query nidificate è la seguente:

select nome
from attore 
  except 
select A1.nome
from attore A1 join attore A2 on 
(A1.dataDiNascita = A2.dataDiNascita) and
(A1.nome <> A2.nome)

3.Aggiornamento della base di dati

SQL permette di aggiornare lo stato della base di dati mediante inserimenti, modifiche e cancellazioni di righe di tabelle.

Inserimento
E' possibile inserire una o più righe in una tabella con il comando insert. Consideriamo il seguente schema di relazione:



dipendente(cf, nome, cognome, stipendio)



Il seguente comando inserisce un nuovo dipendente:
insert into dipendente(cf, nome, cognome, stipendio)
values ('ALSBRT69', 'Alessio', 'Bertallot', '1000')
Il seguente comando inserisce come dipendenti tutti gli attori presenti nella tabella attore:
insert into dipendente(cf, nome, cognome)
select cf, nome, cognome
from attore
Se in un inserimento non vengono specificati tutti gli attributi della tabella, gli attributi non specificati assumono il valore di default, se definito, oppure il valore nullo.
Cancellazione
E' possibile cancellare una o più righe da una tabella con il comando delete. Ad esempio, per cancellare tutti i dipendenti posso scrivere il seguente comando:
delete from dipendente
Si noti che questo comando cancella il contenuto della tabella ma, a differenza del comando drop, non rimuove la tabella dallo schema della base di dati. Per cancellare solo alcune righe, posso aggiungere la clausola where che segue la sintassi già vista per le interrogazioni di selezione di dati. Ad esempio, per rimuovere i dipendenti disoccoupati, cioè che non partecipano alla tabella lavoro, posso scrivere:
delete from dipendente
where cf not in (select dipendente
                 from lavoro)
Modifica
E' possibile modificare una o più righe di una tabella con il comando update. Per incrementare del 10% lo stipendio del dipendente identificato dal codice ALSBRT69 posso scrivere come segue:
update dipendente
set stipendio = stipendio * 1.1
where cf = 'ALSBRT69'
Posso incrementare lo stipendio di tutti gli impiegati con stipendio inferiore a 1000:
update dipendente
set stipendio = 1000
where stipendio < 1000
Posso modificare più attributi per ogni tupla inserendo la lista di assegnamenti, separati da uan virgola, nella clausola set. Ogni attributo può essere assegnato al valore di una espressione, al valore di una interrogazione, al valore di default (scrivendo default) e al valore nullo (scrivendo null). Ad esempio, il seguente comando assegna lo stipendio medio a tutti i dipendenti (si noti che in assenza della clausola where tutte le righe della tabella vengono modificate):
update dipendente
set stipendio = (select avg(stipendio)
                 from dipendente)
Supponiamo infine di voler incrementare del 20% gli stipendi inferiori a 1000, del 10% quelli tra 1000 e 2000, e lasciare invariati gli altri. Posso in questo caso usare una interrogazione che fa uso del costrutto case:
update dipendente
set stipendio = 
case
 when (stipendio < 1000)
 then stipendio = stipendio * 1.2
 when ((stipendio >= 1000) and (stipendio <= 2000))
 then stipendio = stipendio * 1.1
 else stipendio
end 
Si noti che, grazie al comando case, ogni riga viene incrementata una sola volta. Si avrebbe un effetto diverso usando i seguenti due comandi in cascata:
update dipendente
set stipendio = stipendio * 1.2
where stipendio < 1000
 
update dipendente
set stipendio = stipendio * 1.1
where (stipendio >= 1000) and (stipendio <= 2000)
Infatti, uno stipendio di 900 verrebbe incrementato due volte.

4.Definizione dei dati

SQL permette di definire le strutture e i vincoli sui dati. In particolare, esso consente:

  1. la definizione della struttura delle tabelle. In particolare, occorre specificare il nome della tabella e, per ogni attributo, il nome, il dominio e un possibile valore predefinito;
  2. la definizione dei vincoli di integrità. Tali vincoli si distinguono in vincoli tipici del modello relazionale (chiavi e obligatorietà degli attributi) e vincoli di integrità generici (regole aziendali);
  3. la definizione delle viste sui dati.

Tabelle

A differenza di una definizione di relazione a livello logico, la definizione di una tabella presuppone anche l'associazione delle colonne ai relativi domini atomici. Un dominio atomico corrisponde sostanzialmente ad un tipo di dato semplice dei linguaggi di programmazione. I principali domini atomici offerti da SQL sono:

  • stringhe. Per definire una stringa di esattamente n caratteri si scrive char(n), per una stringa di al massino n caratteri si scrive varchar(n). char è una abbreviazione di char(1);
  • numeri. Per i numeri interi si usa il dominio integer oppure smallint, per i numeri frazionari in virgola fissa si usa decimal(p,s), dove p è la precisione (il numero di cifre decimali utilizzate per il numero) e s è la scala (il numero di cifre decimali della parte frazionaria). Ad esempio, decimal(4,2) rappresenta tutti i numeri da -99,99 a +99,99 con incrementi pari a un centesimo. Per i numeri frazionari in virgola mobile si possono usare i domini float, real e double precision;
  • istanti temporali. E' possibile usare il dominio date per le date (YYYY-MM-DD), time per le ore (HH:MM:SS) e timestamp per gli istanti temporali composti da una data e un'ora (YYYY-MM-DD HH:MM:SS). Il tipo time(n) specifica una precisione di n cifre dopo la virgola per i secondi. Ad esempio, 13:24:50,25 appartiene a time(2)

SQL-3 ha anche introdotto il dominio boolean con valore true e false, il dominio BLOB (Binary Large Object) per oggetti di gradi dimensioni costituiti da sequenze di valori binari (ad esempio una immagine) e il dominio CLOB (Character Large Object) per oggetti di gradi dimensioni costituiti da sequenze di caratteri (ad esempio un documento di testo). Gli valori di tipo BLOB e CLOB solitamente memorizzati in una zona apposita separata dagli altri dati.

E' possibile costruire nuovi domini atomici con il costrutto create domain. Seguono due esempi:

create domain voto as smallint
check (voto >= 18 and voto <=30)

Una colonna con dominio voto può assumere solo valori interi da 18 a 30.

create domain tipoBiglietto as varchar(8)
default "Intero"
check (tipoBiglietto in ("Intero", "Ridotto", "Studenti"))

Una colonna con dominio tipoBiglietto può assumere solo le stringhe 'Intero', 'Ridotto' o 'Studenti'. Se in ingresso il valore non è specificato si assume il valore 'Intero'.

Vediamo quindi come è possibile definire le tabelle in SQL. Innanzitutto, è possibile definire uno schema di base di dati con il comando create schema:

create schema TeatroSQL 
{definizione delle componenti}

Il comando ha creato uno schema dal nome TeatroSQL. Tra parentesi grafe vanno inserite le definizioni delle varie componenti, vale a dire domini, tabelle, vincoli di integrità e viste. Le componenti possono essere associate ad uno schema anche in un secondo momento. I nomi delle componenti all'interno di uno schema devono essere univoci. Schemi diversi possono però avere componenti con lo stesso nome. Gli schemi possono dunque essere usati per mantenere versioni diverse della stessa base di dati. Se non viene specificato nessuno schema viene usato uno schema di default associato all'utente che si è connesso alla base di dati.

Per definire una tabella esiste il comando create table. Occorre specificare il nome della tabella e, per ogni attributo, il nome, il dominio e un possibile valore predefinito. Segue un esempio:

create table dipendente
(
  cf               char(16), 
  nome             varchar(20), 
  cognome          varchar(20), 
  dataDiNascita    date, 
  luogoDiNascita   varchar(20), 
  età              smallint, 
  sesso            char,
  statoCivile      varchar(10) default 'libero'
) 

Il valore predefinito (default) è il valore che assume l'attributo qualora il suo valore non sia specificato in fase di inserimento di una riga nella tabella. Se il valore di dafault non è specificato, si assume che esso sia il valore nullo (NULL). Se vogliamo associare la tabella ad uno schema specifico, occorre far precedere al nome della tabella il nome dello schema separato da un punto, ad esempio TeatroSQL.dipendente.

Una volta definiti, un dominio e una tabella possono essere modificati con il comando alter. In particolare, è possibile aggiungere e rimuovere colonne da una tabella come nel seguente esempio:

alter table dipendente add column residenza varchar(30) not null

alter table dipendente drop column statoCivile

E' anche possibile rimuovere uno schema, un dominio e una tabella con il comando drop. Esistono due opzioni: restrict, che rimuove il componente solo se vuoto e cascade che rimuove comunque il componente. Quest'ultima opzione è da usare con cautela in quanto genera una reazione a catena per cui tutti i componenti che dipendono dal componente rimosso sono anch'essi cancellati. Segue un esempio:

drop table dipendente restrict