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Complemento Oggetto

I complementi diretti: il complemento oggetto
Il complemento oggetto è l’ elemento della frase che completa il predicato verbale: precisa l’ oggetto dell’ azione espressa dal verbo e si unisce direttamente ad esso.
Es.
Il vigile fece fermare la macchina.
Il vigile = soggetto
Fece fermare = predicato verbale
lamacchina= complemento oggetto.
Il complemento oggetto la macchina precisa l’oggetto dell’ azione espressa dal predicato verbale fece fermare.
Il complemento oggetto non è mai preceduto da preposizione, ma può essere accompagnato da un articolo partitivo. In questo caso viene detto complemento oggetto partitivo.
Es.
Franco ha portato dei cornetti caldi e buoni dal bar.
Il frutto al suo interno presenta dei semi molto strani.
Il complemento oggetto di norma è costituito da un nome, da un aggettivo sostantivato, da un pronome.
Es.
La nonna ha accompagnato a scuola il nipote.
Ti ho affidato il cane: non dimenticarti di portarlo ai giardini.
Nei verbi riflessivi propri il complemento oggetto è espresso dalla particella pronominale.
Es.
Mario si lava spesso.
Nei verbi riflessivi pronominali la particella pronominale non ha alcun valore sintattico.
Es.
Marco si pentì di quanto aveva scritto.
Usualmente il complemento oggetto si trova in dipendenza di un verbo transitivo attivo; alcuni verbi intransitivi, tuttavia, possono reggere un particolare complemento oggetto, detto complemento dell’ oggetto interno, costituito da un nome che ha la stessa radice del verbo, o esprime un significato affine a quello espresso dal verbo.
Es.
Franco aveva sempre vissuto una vita pericolosa.
Dopo essere stata calmata, la mamma dormì un sonno tranquillo.
Un modo pratico per riconoscere il complemento oggetto è quello individuare l’elemento che risponde alle domande: " Chi?… Che cosa?" rispetto al verbo.
Es.
Quella scuola ha molti studenti.
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Che cosa ha quella scuola? = molti studenti
molti studenti = complemento oggetto.
Il termine oggetto deriva dalla parola latina obiectum, che proviene dal verbo obicere [= mettere innanzi].

I complementi: funzioni e classificazione
I complementi sono quegli elementi sintattici che svolgono la funzione di completare, a vario titolo e in modi diversi, il significato della frase di base, costituita dal soggetto e dal predicato.
Es.
Sono venuto con te alla stazione.
Sono venuto = frase minima
con te = complemento
alla stazione = complemento
I complementi si trovano sempre in una posizione di dipendenza rispetto a un altro elemento della frase; alcuni svolgono nella frase una funzione puramente accessoria, altri invece sono indispensabili perché la frase acquisti un senso compiuto.
Es.
Quando parti per Venezia?
Il complemento per Venezia svolge una funzione essenziale per la comprensione della frase.
Questa primavera, a Praga, ho incontrato un mio professore del liceo.
Il complemento a Praga svolge una funzione accessoria per la comprensione della frase.
In relazione all’elemento della frase che determinano si distinguono in:
- complementi del gruppo del soggetto
Completano il significato del soggetto o di un elemento appartenente al gruppo del soggetto.
Es.
Le finestre della stanza sono aperte.
- complementi del gruppo del predicato
Completano il significato del predicato o di un elemento appartenente al gruppo del predicato.
Es.
Le finestre sono state aperte dalla mamma.
- complementi circostanziali
Completano il significato dell’ intera frase, in quanto precisano le circostanze di tempo o di luogo in cui accade o si determina ciò di cui si parla nella frase.
Es.
Le finestre sono state aperte al mattino presto.
In relazione al modo in cui si collegano all’ elemento della frase da cui dipendono si distinguono in:
- complementi diretti
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Si uniscono direttamente all’ elemento da cui dipendono.
Es.
Il brillante aveva straordinari riflessi.
- complementi indiretti
Si uniscono all’ elemento da cui dipendono per mezzo di una preposizione.
Es.
Parlane con tuo fratello.
- complementi avverbiali
Sono costituiti da avverbi o da locuzioni avverbiali che completano il significato del verbo, del nome o dell’ avverbio al quale si riferiscono. Equivalgono a complementi indiretti.
Es.
Parla liberamente (= in libertà).