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Proposizione Condizionale

La proposizione condizionale
La proposizione subordinata condizionale indica la condizione da cui dipende o potrebbe dipendere l'avverarsi di ciò che si afferma nella reggente.
Può avere forma esplicita o implicita:
• nella forma esplicita è introdotta:
- dalla congiunzione se, con il verbo all'indicativo, se esprime una condizione reale, al congiuntivo se esprime una condizione intesa come possibile o irrealizzabile.
- dalle congiunzioni e dalle locuzioni purché, qualora, seppure, quando, a condizione che, a patto che, nel caso che, nell'eventualità che…, con il verbo al congiuntivo.
Non mi lamenterei qualora mi telefonaste.
Potrei anche dormire sul divano purché abbiate una coperta.
L'acqua bolle se raggiunge i cento gradi.
Qualora ti dovessi decidere, andremo al mare.
• nella forma implicita la proposizione condizionale ha il verbo al gerundio presente, o al participio passato (da solo o preceduto dalla congiunzione se), o all'infinito presente preceduto dalla congiunzione a.
Trascurando (= se si trascurano) le norme di sicurezza, si corrono dei pericoli.
Studiata meglio la situazione ambientale, il progetto non dovrebbe creare problemi.
A far così si è capaci tutti.


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Periodo Ipotetico

Il periodo ipotetico
La proposizione subordinata condizionale e la sua reggente sono strettamente collegate: la proposizione condizionale formula un'ipotesi dalla quale deriva o potrebbe derivare la conseguenza enunciata dalla reggente.
L'unità logica formata dalla proposizione condizionale e dalla sua reggente si chiama periodo ipotetico.
In un periodo ipotetico la proposizione subordinata condizionale che formula l'ipotesi si chiama pròtasi; la proposizione reggente si chiama apodosi.
Il periodo ipotetico, in relazione al grado di probabilità di quanto viene enunciato nella protasi, viene distinto in tre tipi:
• periodo ipotetico della realtà:
l’ipotesi espressa nella proposizione condizionale è considerata come un fatto reale e sicuro.
Il predicato verbale è all'indicativo tanto nella protasi quanto nell'apodosi (quest'ultima talora può essere all'imperativo).
Se non vuoi far tardi, devi svegliarti almeno mezz’ora prima.
Se vuoi venire, avvertimi per telefono.
Se c’è forte vento, copriti la bocca con la sciarpa.
• periodo ipotetico della possibilità:
l’ipotesi è considerata realizzabile ma non certa.
Il verbo è al congiuntivo imperfetto nella protasi, al condizionale presente o all'imperativo nell'apodosi.
Se avessi tempo, verrei volentieri.
Se Paolo ti chiedesse qualcosa, digli che non ne sai nulla.
Se me lo domandassi tu, verrei a lavorare anche la domenica.
• periodo ipotetico dell'irrealtà:
l'ipotesi è considerata irreale o impossibile da realizzarsi.
Il verbo è al congiuntivo imperfetto nella protasi e al condizionale presente nell'apodosi, se l'ipotesi irrealizzabile si riferisce al presente; al congiuntivo trapassato nella protasi, e al condizionale passato nell'apodosi, se l'ipotesi irrealizzabile si riferisce al passato.
Se fossi nei tuoi panni, mi licenzierei.
Se fossi stato nei tuoi panni, mi sarei licenziato.
Se tu avessi letto l'annuncio, avresti chiamato.


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Proposizione Finale

La proposizione finale
La proposizione subordinata finale indica lo scopo, il fine di quanto viene espresso nella reggente.
Svolge la stessa funzione del complemento di fine nella frase semplice.
Siamo venuti da te per un consiglio da amico.
Può avere forma esplicita o implicita:
• nella forma esplicita è introdotta da congiunzioni e locuzioni come: affinché, che, perché, in modo che…, e ha sempre il verbo al modo congiuntivo.
Era stato chiamato perché risolvesse il problema.
Te l’ho detto affinché tu possa decidere.
Glielo ho riferito in modo che sappia come regolarsi.
• nella forma implicita è introdotta dalle preposizioni per, a, di, dalla congiunzione onde, dalle locuzioni con lo scopo di, al fine di, con l'intento di… e ha sempre il verbo all'infinito.
Sono venuto qui per vederti.
Luca è salito a lavarsi.
La funzione della proposizione subordinata finale può essere svolta da una subordinata relativa con il verbo, di solito al congiuntivo.
Ho chiamato il tecnico che risolvesse il problema.


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Proposizione Causale

La proposizione causale
La proposizione subordinata causale indica la causa, il motivo di quanto viene espresso nella reggente.
Svolge la stessa funzione del complemento di causa nella frase semplice.
La ragazza tremava di paura davanti al cane.
La ragazza tremava di paura perché aveva paura davanti al cane.
Può avere forma esplicita o implicita.
• nella forma esplicita è introdotta dalle congiunzioni e locuzioni poiché, perché, giacché, siccome, per il fatto che, dal momento che, dato che, visto che e ha di norma il verbo al modo indicativo.
Andrò al cinema da solo, dato che tu non vuoi venirci.
In alcuni casi può essere costruita anche con il congiuntivo o con il condizionale.
Non supera quello scoglio non perché non ne sia capace, ma perché non vuole.
Ti chiamerò più tardi, perché vorrei parlarti.
La causale esplicita può anche essere espressa da una relativa impropria.
Beati voi che (= perché) andate in vacanza.
• nella forma implicita è introdotta dalle preposizioni per, di, a seguite dall'infinito, oppure è costruita col gerundio o col participio passato.
Ecco in che situazione mi trovo, per essere stato troppo buono.
Conoscendolo, so che si comporterà bene.
Avendo analizzato a lungo la proposta, ho deciso di non accettare.
Svegliato da un suono brusco, sobbalzò violentemente.
La forma implicita si usa di norma quando il soggetto della proposizione causale coincide con quello della reggente, è possibile però trovarla anche con un soggetto diverso, ma in questo caso il soggetto deve sempre essere esplicitato.
Es.
Non avendo ricevuto sue notizie da più di quattro settimane, i genitori decisero di denunciarne la scomparsa.
Per distinguere una proposizione causale da una proposizione finale o da una proposizione interrogativa indiretta, introdotte tutte dalla congiunzione perché, occorre chiedersi se il perché può essere sostituito dalla locuzione per il fatto che.


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Proposizione Consecutiva

La proposizione consecutiva
La proposizione subordinata consecutiva indica la conseguenza o l'effetto di quanto viene espresso nella reggente.
La proposizione consecutiva è per lo più anticipata nella reggente da avverbi, aggettivi, locuzioni, come: così, talmente, tanto; tale, simile; in modo tale, a tal punto, in maniera che...
Può avere forma esplicita o implicita:
• nella forma esplicita è introdotta dalla congiunzione che (o sicché, cosicché...) e ha di norma il verbo al modo indicativo.
Ho letto così tanti libri che mi si incrociano gli occhi.
Mi ero stancata, sicché sono andata a letto.
Ha condotto la trattativa in modo che la faccenda risultasse segreta ai più.
La consecutiva esplicita può anche essere espressa da una relativa impropria.
Non è uno che (= tale che) ti tradisca.
• nella forma implicita è introdotta dalle preposizioni per, da, o dalle locuzioni tanto da; così da; al punto da...) seguite dall'infinito.
Emanava un così forte odore da far scappare gli altri.
Sono considerate proposizioni consecutive anche alcune proposizioni introdotte da:
• aggettivi come atto, degno, indegno, adatto, inadatto... seguiti dalle preposizioni a o di e dal verbo all'infinito.
• aggettivi sostantivati come il solo, l'unico, il primo, l'ultimo...
• locuzioni come 'troppo ... perché' seguite dal congiuntivo, o 'troppo ... per' seguite dall'infinito.
Sono assolutamente inadatto a portare a termine tutto questo.
Sono troppo stanco per venire questa sera.