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FILOSOFIA ORIENTALE
Filosofia: schema dell'antico Oriente
FILOSOFIA INDIANA
Le origini della filosofia indiana sono riportate nei Veda (in sanscrito, scienza).
Sebbene non sia stato possibile stabilire una datazione precisa, si fanno risalire le parti più antiche intorno al 1500 a.C.
I Veda sono suddivisi in quattro Parti:
Rgveda (canti di lode),
Samaveda (canti),
Yajurveda (formule sacrificali),
Atharvaveda (formule magiche).
A queste vennero aggiunti, quali testi esplicativi, i Brahmana, nei quali si tratta del senso e dello scopo dei sacrifici e, al tempo stesso, vengono fornite indicazioni sull'uso corretto delle formule sacrificali, e le Upanisad, senz'altro lo scritto più importante dal punto di vista filosofico.
In esse sono contenuti i temi fondamentali della filosofia indiana: la dottrina del karman e della rinascita e il principio della equiparazione di àtman e brahman.

A partire dal 500 a.C. circa, ha inizio l'epoca dei sistemi filosofici classici. A differenza dell'universo di pensiero relativamente chiuso del periodo dei Veda, si assiste ora al fiorire di diverse scuole e all'emergere di singole figure.

In generale, si distingue fra i sistemi ortodossi, che attribuiscono ai Veda l'autorità di rivelazione, e i sistemi non ortodossi, che rifiutano di considerare quella come unica forma di autorità.

I sei sistemi ortodossi classici sono: il sàmkhya e lo yoga, il nyàya e il vaisésika, il vedànta e il mìmansà.
Fra i sistemi non ortodossi si collocano il buddhismo, il giainismo e altri.

L'epoca successiva al 1000 d.C. viene considerata come periodo
post-classico della filosofia indiana, mentre, a partire dall'inizio del XIX secolo, si parla di periodo moderno, caratterizzato dal confronto con il pensiero occidentale.



FILOSOFIA CINESE

L'epoca classica della filosofia cinese è contraddistinta dalla presenza di due scuole:
il confucianesimo e il taoismo.

Accanto a queste si svilupparono altre correnti, tra cui il legalismo, il sofismo e la dottrina yin-yang.

Il confucianesimo trae le sue origini dall'opera di Confucio (551-479 a.C.),
che va considerato il sistematore di un complesso di elementi già presenti nell'antica tradizione.
I suoi insegnamenti si basano su un'etica e una filosofia dello stato di impronta prettamente conservatrice.

Il suo successore più importante fu Mencio (Meng-ci; 371-289 a.C.), che ampliò le basi teoriche del confucianesimo.
Testi base furono, in periodo posteriore, i Ssu Shu (I quattro libri):
Lun Yll (I dialoghi di Confucio),
Meng Tzu (L'opera di Mencio),
Chung Yung (La dottrina del Mezzo) e
Ta Hsiieh (La grande scienza).

Mentre il confucianesimo si pose in posizione polemica con il taoismo e con il buddhismo, penetrato in Cina in un momento successivo,
il neoconfucianesimo (sviluppatosi a partire dall'XI secolo), fu eletto a ideologia di stato.
I temi classici concernenti la riflessione filosofica intorno all'ordine morale vennero ampliati, a partire da questo momento, da una cosmologia che si ispira alla dottrina yin-yang.

Il taoismo trae origine dagli insegnamenti di Lao-Tzu, uno dei più grandi filosofi cinesi dell'antichità.
Testo base della filosofia taoista è il Tao Teh-ching (Libro della via e della virtù) scritto fra il V e il III secolo a.C. e attribuito a Lao-Tzu.
Elementi fondamentali del pensiero taoista sono il principio del non-agire e la concezione dell'individuo quale parte integrante del tutto, originato dal principio cosmico, dal quale trae forma e sostanza.

Il secondo esponente del taoismo, in ordine di importanza, fu Chuang-Tzu (IV sec. a.C.).
Il moismo, che trae il nome dal filosofo Mo Ti (V/IV sec. a.C.),
segue un'impostazione utilitaristica, e ha come fine il benessere del popolo. Parallela alla filosofia classica è la scuola yin-yang, che fa riferimento al testo I Ching (Libro dei mutamenti).
Secondo tale scuola ogni accadimento cosmico scaturisce dall'alternarsi di due energie primarie opposte: yin (femminile, flessibile, scuro) e yang (maschile, saldo, luminoso). Questo ordinamento cosmico è messo in rapporto con l'individuo, la morale e la società.

ANTICO ORIENTE

I principali centri culturali dell'Oriente antico furono l'Egitto, la Mesopotamia, l'Iran, il Medio Oriente.

La cultura egiziana è dominata dall'idea di una esistenza ultraterrena; il suo universo religioso, popolato da numerose divinità, contiene elementi eno- e monoteisti.

Fra il Tigri e l'Eufrate, nella regione che venne chiamata Mesopotamia, sorsero le civiltà sumera, accade, assira e quella babilonese, patria di molti dei più articolati poemi cosmogonici.

In Iran, intorno al 560 a.C., Zarathushtra fondò una religione monoteistica, caratterizzata da forti tratti dualistici.
Il Medio Oriente fu luogo di origine delle tre grandi religioni monoteistiche,
l'ebraismo, il cristianesimo e l'islamismo,
che venerano un dio creatore onnipotente.