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"CINA"
"Confucio"
Confucio

Il confucianesimo si rifà alla dottrina di Confucio (551-479 a.C.), che riprese e sistematizzò la tradizione di pensiero della Cina classica, recuperandone il valore. Di Confucio non ci sono pervenuti scritti.

I suoi insegnamenti vennero raccolti nel testo Lun Yii (I dialoghi di Confucio). Il suo pensiero è incentrato sulla vita concreta dell'individuo e sulle implicazioni che ne derivano, partendo da un'etica e una filosofia dello stato dichiaratamente conservatrici.

Sono da osservare alcune virtù fondamentali, quali l'umanità, la rettitudine, la sapienza, la fedeltà al superiore e alla parola data; queste virtù si concretizzano nell'ambito di relazioni sociali determinate: sovrano e suddito, padre e figlio, fratello maggiore e fratello minore, manto e moglie, amico e amico. La stabilità dello stato ha il suo fondamento nella morale individuale e nel ruolo centrale rivestito dalla famiglia.

Il giusto sovrano governa il suo popolo tramite il semplice esercizio del suo esempio morale.

Nel Ta Hsùeh (La grande scienza) uno dei testi fondamentali della dottrina confuciana, viene illustrata la correlazione etica che deve sussistere fra il tutto e le sue parti affinché sia garantito l'ordine costituito: il governo dello stato è possibile solo a colui che ha saputo amministrare la propria famiglia e, per questo, è innanzitutto opportuno formare il proprio carattere, che si costruisce rettamene educando il proprio cuore attraverso l'esercizio di pensieri sinceri.

La sincerità di pensiero, infine, si raggiunge una volta conseguita la conoscenza.



"YIN-YANG"
the king

La dottrina yin-yang è collegata al Libro dei mutamenti (I Ching). Il testo contiene speculazioni numeriche miranti a mettere in rapporto, attraverso un comune sistema ordinatore, il divenire del cosmo con la vita dell'individuo.

Otto trigrammi, composti da segni che possono essere continui o spezzati, simoleggiano forze della natura e qualità.

La loro combinazione in 64 esagranuni (8x8) porta alla costruzione di un sistema ordinatore che comprende tutti gli elementi del cosmo.

I due principi primordiali sono yang (il maschile, il saldo, il luminoso, l'attivo) e yin (il femminile, il flessibile, il tenebroso, il passivo).

L'origine e il mutarsi di cose ed eventi si chiarisce attraverso il loro interagire.

Sia il neoconfucianesimo che il taoismo utilizzano la dottrina yin-yang per costruire la loro cosmologia.

Il filosofo confuciano CHOU-TUN-I (1017-1073) ha riunito in un diagramma l'azione delle forze cosmiche.

Il Supremo (Tai Ji) produce per mezzo del flusso vitale l'energia yang, alla quale segue la quiete e quindi l'energia yin.
Dall'azione combinata di yin e yang hanno origine i cinque elementi e da questi tutto l'esistente.

yin-yang

"TAO"
Il testo base del taoismo è il Tao Teh-ching (Libro della via e della virtù), la cui compilazione si fa risalire a un periodo compreso fra il VI e il V secolo a.C.;

è stato attribuito al filosofo LAO-TZU, sull'esistenza del quale non esiste però documentazione attendibile. Il testo tratta della via (tao) e della virtù, ovvero del rapporto esistente fra il tao e la vita dell'individuo, in particolar modo quella del sovrano.

Non risulta possibile definire appropriatamente l'essenza del tao, che non ha nome, in quanto tutti i nomi connotano qualcosa di determinato ed esistente, mentre il tao è il principio cosmico supremo, che si pone al di là di ogni differenziazione,
è il «cammino della natura e dell'esistenza (individuale)».
«Il metro di misura dell'uomo è la terra,
della terra è il cielo,
del cielo è il tao,
del tao è il tao stesso.»

Tao

Il giusto atteggiamento del saggio e del sovrano sapiente sta perciò nel lasciarsi condurre dal tao, emancipandosi nell'intimo da ogni azione egoistica.
L'azione del saggio si realizza attraverso il non-agire, da intendersi non come "inazione", quantopiuttosto come sospensione di ogni intervento superfluo nell'ambito del divenire.

Quanto meno l'uomo cerca di determinare la realtà, tanto più le cose seguono il tao. «Tao è l'eterno non-agire, e tuttavia nulla rimane inattivo.»
Non viene espresso un rifiuto dell'autorità dello stato e dell'esercizio di potere, ma se ne raccomanda leggi al massimo la limitazione.
Quante più leggi e prescrizioni esistono, tanto maggiore sarà il numero dei crimini. Quanto meno un sovrano interverrà nel governo di un paese, tanto più paese stesso ne trarrà vantaggi.
La presenza di un numero elevato di prescrizioni morali indica la perdita di valore subita dalla vera virtù.
Chi vive secondo virtù non ha bisogno ogno di regole a cui attenersi.

Il secondo esponente di rilievo del taoismo, CHUANG-TZU (IV sec. a C.), condivide la critica nei confronti dei minuziosi insegnamenti morali del confucianesimo, che considera espressioni della perdita della semplicità originaria.
Sostenendo la relatività dell'esperienza e delle scale di valori, Chuang-tzu si pone lo scopo di liberare la mente dell'uomo da false certezze.

Famoso è l'esempio del "sogno della farfalla:
«Una volta Chuang-tzu sognò di essere una farfalla, una farfalla che svolazzava, si sentiva libera e ignara dell'esistenza di Chuan-tzu.
Improvvisamente questi si risvegliò, ed era nuovamente Chuang-tzu.
A quel di punto non è più in grado di sapere se Chuang-tzu ha sognato di essere una farfalla o se una farfalla ha sognato di essere Chuang-tzu.
Certo è, comunque, che sussiste una differenza tra Chuang-tzu e la farfalla.
Questo è quanto accade a proposito del mutare delle cose.»

Chuang-tzu pose inoltre l'accento sui limiti della lingua, sostenendo che il tao può essere descritto solo tramite paradossi.

relativita