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"PRAGMATISMO"
filosofica di Titolo
Pragmatismo
Karl Otto Apel vede nel pragmatismo la terza corrente filosofica, accanto al marxismo e all'esistenzialismo, in cui teoria e prassi devono essere effettivamente conciliate.
Il pragmatismo intende fornire, alla luce di un pensiero e di un linguaggio chiariti scientificamente e fondati su condizioni sperimentali, risposte ai problemi concreti dell'esistenza.

Il suo fondatore, CHARLES SANDERS PEIRCE (1839-1914), formula il principio pragmatico come segue:
    «Considerate quali effetti, che possono avere
    un'importanza pratica, abbia l'oggetto della
    vostra concezione. La vostra concezione di
    questi effetti costituisce tutta la vostra concezione
    dell' oggetto.»
Questo principio è utile come metodo per la chiarificazione del concetto, secondo il quale il contenuto semantico di un concetto consiste negli effetti concepibili dell'azione.
La chiarificazione e l'eventuale correzione dei concetti avviene attraverso il confronto sperimentale con la realtà.
Allo stesso modo, il senso di determinate convinzioni deve essere chiarito in base alle abitudini di comportamento che esse determinano.
Il principio pragmatico deriva dalla rappresentazione delle conseguenze pratiche deducibili astrattamente nell'esperimento mentale.
I risultati così conseguiti devono verificarsi in un processo comunicativo di persone che agiscono e persone che indagano insieme.
In tal modo si produrrà verità, da intendersi come concordanza di tutti i membri della «infinita comunità dei ricercatori».
    «L'opinione che è destinata ad avere il consenso
    di tutti i ricercatori è quel ciò che noi
    intendiamo per verità e l'oggetto rappresentato
    in questa opinione è reale.»
Significativa è, per la logica delle scienze, la scoperta che Peirce fece dell'abduzione (ipotesi esplicativa) come terzo ragionamento sillogistico accanto a deduzione e induzione.
L'abduzione conclude con il caso, partendo dal risultato e dalla regola.
Questo procedimento viene effettivamente utilizzato nella costruzione di ogni ipotesi scientifica.
A differenza della deduzione, la conclusione è solo probabile (come nell'induzione), ma amplia la conoscenza, in quanto produce una nuova idea nel pensiero e perciò rende possibile nuove concezioni scientifiche.
Decisiva per lo sviluppo della semiotica è la concezione di Peirce di un rapporto triadico del segno.
Un segno (rappresentante) è in relazione a un pensiero, che esso interpreta (interpretante) ed è un segno per un oggetto mediante una qualità, che lo mette in rapporto con il suo oggetto.
Questo rapporto triadico non è riducibile a una relazione a due.
Un segno è quindi condeterminato dall'interpretazione e pertanto ogni conoscenza dell'esistente è una concomitanza di dati di fatto (oggetti) e di interpretazione di una coscienza.

WILLIAM JAMES (1842-1910) dà, a differenza di Peirce, un'impronta soggettivistica al pragmatismo.
Le convinzioni che stanno alla base di ogni forma di conoscenza e di ogni agire non sottostanno ad alcun criterio di validità generale ma sono, piuttosto, espressioni di interessi di carattere pratico da parte del soggetto.
La loro autenticità è valutabile in base all'importanza che rivestono per il singolo, se sono, quindi, realmente determinanti per la sua esistenza, indispensabili e significative.
Il criterio per la verità è la dimostrazione pratica di un vantaggio ottenuto.
Così, per esempio, anche "l'ipotesi di Dio" è vera se si rivela soddisfacente per la piena realizzazione dell'esistenza dell' individuo.
Se sussistono interessi e condizioni di vita di diverso genere fra gli individui, esistono anche più "verità" contemporaneamente.
Poiché le condizioni esistenziali sono sottoposte a modificazioni, ne deriva che anche la verità deve essere considerata dinamicamente.

JOHN DEWEY (1859-1952) applica, con un tentativo che si rivelerà di importanza fondamentale, il pensiero pragmatico agli ambiti della pedagogia e della politica.
Lo strumentalismo gnoseologico da lui sostenuto nega il carattere puramente passivo del processo conoscitivo, sottolineando, al contrario, come quest'ultimo sia già, in sé, un agire.
Conoscere è lo strumento dell'agire efficace, utile per raggiungere il controllo di determinate situazioni e individuare soluzioni a problemi di carattere pratico.
È possibile chiarire il processo del pensiero e dell'acquisizione di conoscenza osservando il modo in cui essi si presentano in determinati contesti.
Dewey elaborò numerose proposte, che sperimentò nella sua
"scuola-laboratorio", volte a riformare la pedagogia.
Le sue teorie pedagogiche mirano a emancipare l'allievo dal ruolo passivo caratteristico delle forme di insegnamento tradizionali per porlo al centro del processo di apprendimento.
L'educazione, così come il mantenimento di una forma di governo democratica, sono da intendersi come processi di autorealizzazione.