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filosofica di Epicuro
"EPICURO"
"La Fisica"
Fisica di Epicuro

Epicuro (342-271 a.C. circaa) fondò una dottrina basata essenzialmente sull'esperienza.
I suoi insegnamenti vennero ripresi in particolar modo, a Roma, da ORAZIO e LUCREZIO.
Il poema De rerum natura, scritto da quest'ultimo intorno al 50 a.C., costituisce, insieme ad alcune raccolte di massime ed epistole di Epicuro, la fonte più importante per la comprensione dell'epicureismo.

La fisica epicurea si basa su tre principi:
- nulla deriva dal nulla;
- nulla finisce nel nulla;
- l'universo immutabile: come era allora è oggi e tale sarà in futuro.

Il mondo si compone di corpi e del vuoto.
L'esistenza dei primi è rivelata dalla percezione.
Il vuoto è la condizione per la quiete e il movimento dei corpi.

Epicuro riprende la fisica atomistica di Democrito:
i corpi sono aggregati di atomi, i quali non possiedono qualità alcuna tranne la forma, la grandezza e il peso e sono divisibili matematicamente ma non fisicamente:
questo spiega perché essi non si dissolvono nel nulla, e presentano figure diverse.
Dalla diversa figura degli atomi si costituiscono le forme dei corpi.
In conseguenza del loro peso gli atomi cadono parallelamente, senza interruzione, nel vuoto Infinito.
In modo del tutto casuale alcuni atomi modificano la loro direzione, urtano contro altri e si aggregano dando origine ai corpi.
La quantità degli atomi e il vuoto sono infiniti.
"Canonica"
Canonica di Epicuro

La teoria della conoscenza formulata da Epicuro prende il nome di canonica e ha per fondamento fisico le immagini.
Esse si formano tramite il flusso degli atomi dalla superficie dei corpi.
All'osservatore esse forniscono un'impronta sottile degli oggetti nell'anima materiale.
La percezione sensoriale è la pietra di paragone della verità.
«Vero è quanto viene realmente osservato con il pensiero sulla base dell'osservazione.»
Tramite la ripetizione di immagini o impressioni si giunge alla costruzione di prolessi o anticipazioni che costituiscono la base dell'attività razionale.
Se le opinioni costruite dalla ragione concernono il percettibile, possono trovare conferma tramite la percezione sensoriale e vengono quindi considerate vere;
nel caso in cui, invece, contrastino con un'esperienza sensibile o non trovino conferma alcuna vengono respinte come
«opinioni vuote.»

   «Inganno ed ed errore stanno sempre in ciò che
   viene immaginato in riferimento a ciò che
   necessita di conferma o non-confutazione e
   successivamente non viene confermata o confutata.»
"Etica"
Etica di Epicuro

L'etica costituisce il cardine della dottrina epicurea.
Il suo principio è il piacere.
Ogni essere vivente tende per natura al piacere e rifugge il dolore.
Scopo dell'esistenza è quindi il piacere, che Epicuro definisce come assenza di dolore e di turbamento.
In tal modo non esiste una condizione che sia intermedia tra il piacere e il dolore.
Il piacere si consegue eliminando il dolore fisico (provocato dal bisogno) e quello spirituale (provocato da timori).

Secondo Epicuro il piacere è raggiungibile.
Una volta soddisfatti i bisogni elementari con l'estinzione della fame, della sete ecc., non si crea un aumento del piacere, ma solo sue variazioni;
la sensazione del piacere diviene semplicemente più varia.
I bisogni vengono pertanto divisi da Epicuro in tre gruppi:
- naturali e necessari;
- naturali e non necessari;
- inutili, che nascono solo da vana opinione.
Il soddisfacimento dei bisogni del primo tipo è raggiungibile senza fatica.
Epicuro considera pertanto la sobrietà una virtù importante.
La conoscenza valuta, sulla base di un "calcolo del piacere",
l'utile e il nocivo ed evita il piacere che può provocare grande dolore sotto forma di dolore fisico o di turbamenti dell'animo:
l'attività politica, per esempio, può essere causa, secondo Epicuro, di tale insicurezza nell'esistenza di una persona, al punto che egli consiglia una vita ritirata.
"Atarassia"
Atarassia di Epicuro

La condizione di atarassia (assenza di turbamento) si instaura una volta raggiunta la privazione del dolore fisico e, al contempo, dei turbamenti e delle inquietudini dell'anima.

Allo scopo è utile l'osservanza delle virtù.
Il giusto consiste in una convenzione, stabilita dagli uomini, ai fini di preservare l'utile.
È, inoltre, necessario
«fare uso della saggezza, che... ci si offre quale più sicura guida verso il piacere.»(Cicerone)

Il liberarsi da false opinioni aiuta ad allontanare preoaccrsupazioni che potrebbero compromettere l'atarassia.
Secondo Epicuro gli dei non intervengono nel divenire cosmico;
essi conducono un'esistenza felice, di cui non vogliono turbare la quiete tramite "faticose incombenze".
Inoltre, Epicuro non ritiene che il divenire del cosmo sia governato dalla necessità e dal destino.