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MEDIOEVO
Filosofia: schema dell'antico Oriente
LA FILOSOFIA DELL'OCCIDENTE MEDIEVALE è caratterizzata dall'incontro del cristianesimo con la filosofia:
il pensiero filosofico medievale è, nelle intenzioni dei suoi esponenti (quasi tutti appartenenti al clero), cristiano.

Un tema fondamentale, che si ritrova costantemente, quello del rapporto tra fede e conoscenza.

Questo non significa che il pensiero si manifesti dogmaticamente unitario.
Al contrario, i forti contrasti tra le diverse correnti filosofiche e la condanna di molte tesi da parte delle autorità ecclesiastiche costituiscono una conferma del fatto che il pensiero si muove su binari indipendenti e divergenti.
Il Primo periodo coincide, a livello cronologico, con l'antichità:
la patristica (II-VII sec. circa) è caratterizzata dallo sforzo, operato dai padri della chiesa (patres), di sviluppare e consolidare la dottrina cristiana con l'aiuto della filosofia classica e, al tempo stesso, difenderla dal Paganesimo e dallo gnosticismo.
L'esponente di maggior rilievo ed efficacia della filosofia cristiana dell'antichità fu Aurelio Agostino.
Dopo il tramonto dell'antichità classica
(come data simbolica è stata assunta la chiusura dell' Accademia platonica, avvenuta nel 529, per volontà dell'imperatore Giustiniano),
quanto era stato tramandato venne per alcuni secoli conservato nei conventi; in questa fase, il pensiero filosofico perse vigore e autonomia.

Il Periodo che ha inizio a partire dal IX sec. viene generalmente definito scolastica.
Il termine "scolastico" (schola = scuola), si riferisce a coloro i quali si occupano delle scienze all'interno delle scuole e, in particolar modo, ai maestri attivi presso le scuole cattedrali e le scuole di corte fondate da Carlo Magno e, più tardi presso le università.

Ciò che, peraltro definisce la scolastica, è il metodo che le è proprio:
il pro e il contro di ogni interrogativo vengono sottoposti a indagine razionale e fatti convergere in una soluzione.
A partire dal XII secolo, le università divennero centri della vita culturale.
L'insegnamento veniva esercitato in quattro facoltà principali:
filosofia, teologia, giurisprudenza e medicina.

Le fonti classiche da cui la filosofia del Medioevo trasse alimento furono, in particolar modo, Sant'Agostino, la tradizione neoplatonica (fra cui gli scritti pervenutici di un autore ignoto che si faceva chiamare Dionigi Aeropagita), Boezio, che trasmise la logica aristotelica e, successivamente, tutti gli scritti di Aristotele.

Sono tre i grandi periodi della scolastica. La prescolastica (XI-XII secc.) segna l'inizio dello sviluppo del metodo scolastico. Si impone il problema degli universali, che si protrarrà per i secoli a venire: le determinazioni generali (le specie, i generi, p. es. l'uomo) costituiscono una realtà indipendente dal pensiero o esistono esclusivamente in esso? Di grande rilievo per il successivo sviluppo del pensiero filosofico fu l'influenza del mondo arabo.

Nel periodo fra l'800 e il 1200, la cultura islamica assunse la funzione di conservare il patrimonio filosofico e scientifico dei Greci. Le opere di questi ultimi giunsero in Occidente nelle traduzioni in lingua araba; in tal modo, il Medioevo cristiano ebbe accesso a una parte infinitamente più vasta di letteratura, fra cui anche tutte le opere di Aristotele, rispetto a quanto era avvenuto sino a quel momento.

L'apogeo della scolastica (XII-XIII secc. ca.) è contraddistinto dalla nuova riflessione su Aristotele. Nessun pensatore, peraltro, pervenne a una conoscenza profonda della filosofia aristotelica.

Fra loro contrapposte, si svilupparono, da un lato, una tradizione francescana ispirata all'agostinismo, dall'altro la corrente aristotelica della scuola domenicana.

Il tentativo sistematico di maggiore portata, mirante a collegare l'aristotelismo alla filosofia cristiana fu compiuto da Tommaso d'Aquino.

L'inconciliabilità di alcuni insegnamenti aristotelici con il dogma cristiano indusse le autorità ecclesiastiche a imporre il divieto temporaneo di considerare alcuni scritti di Aristotele.

Con Meister Eckhart, la tradizione della mistica medievale, che aveva come fine l'unione con il divino, conseguibile tramite un percorso ascetico, giunge al culmine.