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"SCETTICISMO"
"La scepsi"
Lo scetticismo

Lo scetticismo, letteralmente ("guardare intorno"), di PIRRONE DI ELIDE (365-275 a.C.) è esposto sistematicamente da Sesto Empirico (200-250 d.C. circa):
  «La scepsi è l'arte di contrapporre in ogni
  modo possibile cose sensibili e cose pensate,
  da cui quindi, a causa dell'equivalenza
  delle cose e degli argomenti contrapposti,
  è possibile raggiungere innanzitutto il distacco
  e quindi l'imperturbabilità dell'animo.»

Punto di partenza dello scetticismo pirroniano è il nesso esistente tra sospensione di giudizio (epoché) e imperturbabilità dell'animo (ataraxía).
Ogni forma di inquietudine deriva dall'impulso di conoscere e valutare le cose.
La credenza dogmatica in un Bene e un Male naturali pone l'individuo in uno stato di confusione e inquietudine.
Astenendosi dal giudizio e raggiungendo l'atarassia gli scettici pervengono all'imperturbabilità dell'animo che segue all'indifferenza come l'ombra segue il corpo.
Lo scetticismo pirroniano motiva la sospensione di giudizio sulla natura delle cose con l'equipollenza degli argomenti (isostenia):
per ogni argomento dato ne è ipotizzabile uno opposto di pari valore.

Gli scettici indagano sulle possibilità di contrapposizione,
per introdurre la epoché.
A tal fine, un'apparenza sensibile o un ragionamento vengono
comparati a un'apparenza sensibile o a un ragionamento (opposto).
Sesto presenta tre liste di tropi (argomenti).
1.)
I dieci tropi che si fondano sulla relatività.
   Relativo è:
- il soggetto che esprime il giudizio, poiché diversi sono gli esseri viventi, gli uomini, gli organi di senso e le circostanze dati i quali si verifica una percezione;
- l'Oggetto del giudizio: a seconda della loro quantità le cose appaiono diversamente (il grano di sabbia duro, il mucchio di fieno soffice);
- il soggetto giudicante e l'oggetto giudicato insieme:
a seconda della posizione dell'osservatore le cose assumono aspetti diversi, oppure qualcosa è "mescolato" a uno dei due.
Inoltre, anche la frequenza del fenomeno ne determina Il significato.

2.)
I cinque tropi sono costituiti dalla contraddizione e dal regresso infinito, in cui viene a trotrarsi ogni argomento.
Altri elementi su cui i tropi si fondano sono la relatività, le premesse dogmatiche e il circolo vizioso (diallele) nell'argomentazione.

3.)
I due tropi: in linea di principio una cosa viene compresa per se stessa o attraverso un'altra
Il primo caso viene escluso a causa delle effettive contraddizioni esistenti fra le cose.
Pertanto, anche il secondo caso conduce solo al regresso infinito o al diallele (circolo vizioso).

Lo scetticismo esprime il dubbio fondato metodologicamente, tramite espressioni quali: "non piuttosto", "forse", "tutto è indefinito".
Contemporaneamente, la validità stessa di queste espressioni non è dogmatica, ed è quindi soggetta al dubbio.
La scuola pirroniana si attiene strettamente al fenomeno, che lo scettico non può contraddire, senza esprimere un giudizio.
Secondo Sesto, per esempio, non viene messo in discussione il fatto che il sapore del miele sia avvertito come dolce, quanto, piuttosto, che il miele stesso sia dolce.
In conformità con i suoi presupposti, lo scettico dovrebbe astenersi anche dall'agire.
Poiché tale cosa è di fatto impossibile, egli si regola sulla base dell'esperienza di vita quotidiana.
Di essa fanno parte, oltre alle indicazioni della natura e alla naturale forza dell'esperienza, anche le abitudini del suo ambiente.
Sottostando a queste regole in modo non dogmatico, lo scettico può, agendo, astenersi dal giudizio.

Lo scetticismo pirroniano

"ARCESILAO"
Con Arcesilao (315-240) e CARNEADE (213-128) anche la Nuova Accademia ha una svolta in direzione dello scetticismo.
Scopo dell'epoché è, soprattutto, il raggiungimento della vera conoscenza.
Esprimendosi contro la Stoà, gli scettici accademici mettono in dubbio l'esistenza di rappresentazioni "catalettiche", che inducono l'assenso.
Non esiste un criterio di verità, ma solo di probabilità.
Le rappresentazioni possono essere o solo attendibili o, al tempo stesso, "libere", ovvero non in contraddizione con altre.
Si raggiunge il più alto grado di certezza se la rappresentazione viene ulteriormente "verificata", sondando tutte le possibili fonti di errore.
"MARCO TULLIO CICERONE"
Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.) collegò, nella sua opera, dottrine di diverse scuole dell'antichità.
Egli è l'esponente più importante dell'eclettismo romano.
I suoi meriti maggiori furono:
- il trasferimento di dottrine greche (in particolare etico-politiche) nella realtà di Roma;
- la formulazione di teorie classiche sul diritto naturale:
secondo Cicerone la natura giuridica appartiene essenzialmente all'uomo, come la ragione; al disopra delle mutevoli leggi della storia egli pone un diritto naturale immutabile.
- la trasmissione di contrapposti sistemi filosofici dell'antichità.

L'opera di mediazione della filosofia greca nella cultura latina compiuta da Cicerone costituisce un importante contributo alla filosofia dell'Occidente.